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L’edificio

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La denominazione della Casina è in realtà del tutto impropria, in quanto non vi è alcun rapporto con il celebre artista, legato, invece, ad un altro edificio della Villa Borghese, situato nell’attuale area del Galoppatoio e distrutto nel 1849, che era denominato correttamente Casina di Raffaello per la presenza di affreschi di scuola.

Il “nostro” edificio ha invece origine, all’epoca del cardinale Scipione Borghese (1576-1633), committente della Villa fuori Porta Pinciana, come manufatto rurale, destinato all’abitazione del guardarobiere della nobile famiglia. Si trovava, all’epoca, al centro di una grande piantata di gelsi, scomparsa, alla fine del Settecento, quando tutta l’area fu trasformata attorno alla spettacolare creazione della Piazza di Siena, destinata ad accogliere eventi e manifestazioni.

A quell’epoca la Casina assunse un aspetto maggiormente paludato, ad opera dell’architetto Antonio Asprucci che vi aggiunse la chiesetta e la loggia al primo piano. La chiesetta, aperta a tutti i visitatori della Villa per magnanima concessione dei Borghese, venne riccamente affrescata, tra il 1791 ed il 1793, da Felice Giani e Giovan Battista Marchetti con raffigurazioni dei dottori della chiesa, allegorie delle virtù teologali, angeli ed elementi decorativi. Un bell’altare con colonne in marmo verde e base in porfido rosso ospita la statua in marmo bianco dell’Immacolata Concezione, di Filippo Grandjaquet. Felice Giani decorò con i suoi affreschi anche la sala al pianterreno dell’edificio, dove ancor oggi sono visibili i tondi con i ritratti delle muse ed i grandi riquadri con elementi allegorici e decorativi.
L’intervento di restauro che è stato realizzato ha permesso di restituire alla Casina le cromie originarie dei prospetti, recuperando la finta cortina di tufelli e le bugne in color travertino. Anche tutte le decorazioni della sala e della chiesa sono state restaurate ed è stato possibile riportare in luce gli affreschi del portico che erano stati occultati da tinteggiature sovrapposte.

Nella chiesetta è stata collocata, nel 1959, la tomba dello scultore Pietro Canonica, che aveva vissuto per decenni nella vicina Fortezzuola divenuta, grazie alla donazione delle sue opere, museo a lui intitolato.